IL PRETE CACCIATORE

camminando
nella storia...
Un ricordo di Don Matteo Rizzardini,
arciprete di San Gregorio dal 1908
al 1917, nato a Col di Zoldo Alto il 21-4-1882 da
Innocente e Sofia Colussi, ordinato sacerdote il 18-3-1905, morto a San
Gregorio il 31-3-1917 a 35 anni.
Tratto da un racconto di Sandro
Cassol.
“Parecchi anni fa, ebbi a trovarmi
a discorrere del più e del meno con una paesana sulla nostra vita di
paese, toccando diversi argomenti. Ad un certo momento la nostra
conversazione si focalizzò su Don Matteo
Rizzardini,
arciprete di San Gregorio dal 1908 al 1917. La donna con cui parlavo, lo
aveva conosciuto bene, e ricordo ancora che il suo volto s’illuminò ed
ebbe a dire con un certo calore parole di elogio, riferendosi a lui. Al
che, incuriosito, chiesi quali meriti fossero stati riconosciuti a don
Matteo, ed ella mi rispose che era stato un buon pastore, aveva amato
tangibilmente i poveri. La persona che mi stava parlando, normalmente non
manifestava simpatie verso la Chiesa e i preti, anzi la sentivo
indifferente. In quel momento l’ho stimata per la sua onestà nel
riconoscere il bene, quando è tale.
Questo mi ha spinto a scrivere
poche righe, ricordare don Matteo per il bene profuso alla nostra comunità
ed elevare un pensiero alla signora per avermi implicitamente insegnato a
leggere la realtà con obiettività. Come si riscontra dalle note
biografiche, si nota che don Matteo è morto giovane a soli 35 anni. La
causa di morte è ascritta ad una non precisata patologia cardiaca. Durante
la sua permanenza a San Gregorio, sono state costruite le navate laterali
della chiesa parrocchiale.
Correva l’anno 1912. Al tempo don
Matteo aveva 30 anni. Considerando l’epoca, mi pare di poter dire che non
gli mancasse il coraggio. Di lui si è tramandata anche la passione per la
caccia. La foto qui allegata ne è la testimonianza. Si narra che questa
passione fosse in lui talmente forte che una Domenica mattina mentre
celebrava la Santa Messa, all’inizio della liturgia eucaristica si udì uno
sparo e don Matteo, al momento di invitare i fedeli con la formula “Orate
Fratres”
(pregate fratelli) sbottò in un istintivo: “Ah
fioi
de cani, i me lo a copà”.
Probabilmente si riferiva a qualche “gevero” che si trovava nelle
vicinanze.
Don Matteo è sepolto nel nostro
cimitero, sulla lapide è scritto: “amato per la sua bontà, stimato per la
sua scienza dal popolo di S. Gregorio, a soli 35 anni lasciava la terra
per il cielo”.
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© Cassol
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