Antiche tracce di vita:
GENTE
DI MONTAGNA
na bella storia di due
personaggi, marito e moglie, che abitavano in quel di Roncoi “de fora” che
ho conosciuto personalmente diversi anni fa, vivevano da soli ma avevano
sempre qualche amico che andava a trovarli, in una bella casetta di
montagna circondata da prati e boschi tenuti in maniera perfetta.
Lui portava quasi sempre una
canottiera in lana e in testa un baschetto blu ormai stinto in ricordo del
lungo periodo passato in Etiopia dove aveva fatto il servizio militare e
la guerra e vi era rimasto per ben 14 anni, sempre in canottiera,
falciava e rastrellava i suoi prati posti in un ripido avvallamento e si
aiutava con una piccola teleferica per portarsi il fieno a casa, qualche
sosta per una buona sigaretta di trinciato forte che teneva in una
scatoletta di ferro insieme alle cartine, ne prendeva una di queste con
una quantità precisa di tabacco la stendeva sulla cartina che diventava un
piccolo cilindretto, una leccatina con la punta della lingua, un vecchio
accendino a benzina per accenderla e una bella pausa rilassante.
Aveva la passione di inchiodare sul retro della casa le code delle vipere
che ammazzava falciando i suoi prati rigorosamente a mano.
Lei, persona intelligente ormai con i capelli bianchi, aveva sempre il
giornale in mano mentre faceva i mestieri di casa, con la passione di far
marmellate o “pastroci” come li chiamava lei con le sue erbe da mescolare
con la “sgnapa” da troi.
Nella loro vita in simbiosi con la
natura, non mancava proprio niente, per il latte, formaggio e il burro
c’erano le mucche, per la carne i conigli e i “ciun” (porcellini d’india)
che scorazzavano liberamente per il cortile insieme alle galline e le
faraone che fornivano le uova fresche giornaliere, due arnie per il miele
, l’orto per la verdura e frutta a volontà nelle piante circostanti,
praticamente tutto il necessario, fosse anche scoppiata la terza guerra
mondiale, non se ne sarebbero neanche accorti.
Nel 1974 non avevano ancora l’energia elettrica in casa , illuminazione
con i lumini a olio e alla sera a letto presto, niente radio, niente
televisione e manco a parlare dei vari elettrodomestici. Finalmente anche in quel posto ameno un bel giorno arrivò la corrente
elettrica e i due poterono godere della luce in cucina, nella camera da
letto e persino nella stalla, un trapano elettrico per lui e una bella
lavatrice per lei.
Poi venne la
nuova strada al posto del vecchio sentiero, un brutto giorno per aiutare gli
amici e l’escavatorista in una giornata di pioggia, ormai in prossimità
dell’inverno, prese un malanno e passò a miglior vita.
Lei rimase li ancora poco tempo, era impossibile vivere da soli in un
posto cosi remoto e scese in paese dalla sorella, ma senza “el so òn”
dopo poco tempo lo segui....
Un bell’esempio
del rapporto dell’uomo con la natura, l’umiltà e la gioia di vivere bene
con lo stretto necessario senza il superfluo offerto dalla moderna società
dei consumi.
Per vedere le foto clicca qui:

© Cassol
Luciano tutti i diritti sono riservati