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Feste popolari:

  SANT' ANTONIO ABATE A SALTOI

 Protettore degli animali e patrono dei macellai, dei salumai, dei contadini e degli allevatori.

Se vi capita di passare per le vie di San Gregorio nella mattinata del 17 Gennaio, non vi stupite se trovate gruppi di persone con rispettivi animali domestici a fianco, asini, cavalli, mucche, pecore, capre, galli, galline, conigli, oche, anatre, al suono di campanacci si stanno dirigendo in allegria verso la frazione di Saltoi, a poca distanza dal capoluogo, dove li aspetta il parroco per il tradizionale appuntamento annuale della festa di Sant’Antonio abate, protettore degli animali domestici e da fattoria, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che porta al collo una campanella, nonché patrono dei macellai , dei salumai, dei contadini e degli allevatori.

Si racconta inoltre che l’ordine dei monaci Antoniani ottenne il permesso di allevare i maiali a spese della comunità (“Al porhel de Sant’Antoni”) anche perché il loro grasso veniva utilizzato per curare uno sfogo pruriginoso sulla pelle e molto doloroso, chiamato il “Fuoco di Sant’Antonio”. Il Santo, infatti, era noto anche per le sue lotte vittoriose contro il demonio, signore del fuoco eterno.


Intanto a Saltoi si procede con la celebrazione della Santa messa a cui farà seguito la benedizione degli animali domestici e da stalla presenti.
La festa popolare continua con l’apertura della “frasca” , qualche salsiccia ad arrostire sulla griglia spande un profumo invitante nell'aria,  in attesa dell’inizio della
caratteristica asta in cui vengono proposti ai presenti la vendita di prodotti tipici locali di stagione, dal momento che è il periodo in cui si ammazza il maiale (l’animale più amato dal Santo), le gustose “luganeghe”, “scorhet” e “higadet”, il caratteristico vino “clinto”, la grappa da “troi”, uova, vengono venduti animali domestici come galli, galline, oche, anatre e quant’altro.
La giornata si conclude nella vicina sede degli alpini con un lauto pranzo e della buona musica a base di fisarmonica che non manca mai.  Di seguito qualche foto della festa nell’
anno 2013.
 

Secondo una leggenda del Veneto la notte del 17 gennaio gli animali possono parlare, in questo periodo i contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire le bestie conversare tra di loro sarebbe stato di cattivo presagio.

 

 Per vedere le foto clicca qui:


 © Cassol Luciano tutti i diritti sono riservati