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Antiche tracce di vita:

LA CERTOSA DI VEDANA

camminando nella storia .... 

Introduzione

  La certosa di Vedana, uno dei monumenti più importanti della provincia di Belluno, ora completamente abbandonata e disabitata, è un maestoso complesso architettonico ubicato in posizione solitaria all'interno del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il monastero, situato nel comune di Sospirolo, è immerso tra boschi secolari in un luogo di rara bellezza paesaggistica.

Sospirolo, paese noto per la certosa di Vedana e per aver dato i natali a
Girolamo Segato, si trova vicino all'incantevole valle del Mis, uno degli accessi principali al parco delle Dolomiti Bellunesi, ha origini antichissime: sono stati rinvenuti in Val Falcina oggetti dell'età del bronzo, nelle chiese di San Michele ai Pascoli e di Santa Giuliana a Mis sono state trovate due lapidi romane in pietra bianca calcarea provenienti dalle cave di Vedana e a Oregne furono scoperte delle tombe latine.

Attorno all'anno mille lungo il canale d'Agordo vi era un andirvieni di viandanti, in gran parte commercianti, che dal Tirolo raggiungevano la laguna. Presso gli ospizi di San Bartolomeo ad Agre, di San Giacomo a Candaten e di San Marco a Vedana, trovavano assistenza ed ospitalità nel lungo cammino.Nella frazione di
San Gottardo si trova la Certosa di Vedana, probabilmente la più importante e comprendeva San Gottardo che pare fosse riservato alle sole donne.

Composizione dell'edificio                                                                                                    
Tre sono i nuclei fondamentali: il grande chiostro, sul quale si aprono le celle dei monaci e del Priore, la cella, luogo nel quale il monaco può vivere la sua esperienza di fede, di solitudine e pace. Nella cella il monaco trascorreva l'intera sua vita, uscendo solo per le celebrazioni liturgiche notturne e diurne e nei giorni di festa per la refezione comune. La solitudine delle celle è rafforzata e protetta del silenzio del grande chiostro. Nella certosa di Vedana le celle previste in origine dovevano essere sei, poi divennero otto a metà del Cinquecento, e vennero costruite sui lati nord e est del chiostro perché meglio esposte al soleggiamento.
Queste sono disposte su due piani e contraddistinte ciascuna da una lettera dell'alfabeto che riconduce alle sentenze tratte dalla Sacra Scrittura riprodotte sulle rispettive porte d'accesso; nella tradizione questo era il luogo di sepoltura dei certosini; il
piccolo chiostro, attorno al quale si dispongono gli ambienti della vita in comune quali la Chiesa conventuale, la Sacrestia, il Coro, il Capitolo, il Refettorio, la Biblioteca, »; il cosiddetto "chiostro dei conversi", sul quale si affacciano gli ambienti estranei alla vita conventuale. Al centro del complesso, la Chiesa collega la zona dei padri a quella dei conversi. Con il restauro ottocentesco, fu edificata anche la cappella cimiteriale "della Compassione", annessa al cimitero, posta nella parte più settentrionale del complesso, a ridosso della cinta murari

La storia della Certosa

Fin dal 1155 vi era una antica costruzione adibita ad Ospizio, e dedicato a San Marco di Vedana. Questa preesistente struttura si tramutò in Certosa nel 1455, anche perché questo straordinario sito esercitò un fascino particolare sull’anima dei certosini. Questo complesso monastico divenne sempre più imponente, assumendo ben presto le sembianze di una fortezza, al fervore di una intensa vita religiosa, si affiancò una proficua attività agricola.

Nel
1521 fu costruito il Chiostro, grazioso ed armonico, caratterizzato da esili colonne e con al centro un bel pozzo, sul quale si affacciavano inizialmente sei e poi otto celle che ospitavano altrettanti monaci. Nonostante la splendida struttura la Certosa condusse sempre una vita austera. Nel 1619, la chiesa fino allora solo benedetta fu consacrata. Al suo interno vi sono opere notevoli di Sebastiano Ricci “il Battesimo di Gesù” ed una Madonna con il Bambino tra San Bruno e Sant’Ugo”. Sull’altare della chiesa un dipinto di Francesco Frigimelica del 1610, pregevole come le decorazioni della cappella delle reliquie.

La vita monastica scorse via nei secoli senza grossi problemi, eccezion fatta per un
incendio scoppiato fortuitamente, nella cella del procuratore, nel febbraio del 1695 che danneggiò parzialmente le strutture in legno. Poi nel 1768, con i decreti della Serenissima che prevedevano la chiusura dei conventi poco popolati, la Certosa venne dismessa, dall’ l’8 settembre del 1769, cessò a Vedana l’attività monastica certosina ed i monaci si spostarono nella certosa del Montello. Gli edifici i beni terrieri vennero venduti ai privati, che trasformarono il convento in fattoria, affidandolo alla famiglia Segato. Non posso non riferirvi un singolare episodio accaduto nel periodo in cui non vi erano i monaci, ovvero che nella ex cella del procuratore, già teatro dell’incendio citato, il 13 giugno 1792, nacque Girolamo Segato, divenuto poi cartografo naturalista ed insigne egittologo. Dal 1882, la Certosa fu quindi recuperata dall’Ordine e nel 1886 la chiesa venne nuovamente consacrata e venne istituito un importante noviziato. Nonostante la posizione geograficamente strategica, e le insidie derivanti dalle due guerre mondiali del novecento, la Provvidenza salvaguardò la quiete monastica da eventi tragici pur non risparmiando i monaci da apprensioni e minacce continue.
L’architettura della struttura risulta essenziale ed in linea alla severa regola certosina, eccezion fatta per la monumentale scala d’onore e la soprastante galleria realizzata in pietra di Trento, ed il cui disegno è stato attribuito al
Palladio. Dal punto di vista artistico, va segnalata la presenza di due tele di Sebastiano Ricci, “Il battesimo di Gesù” e “Madonna col Bambino tra San Bruno e San Ugo”, opere di notevole valore e armoniosa composizione, poste sugli altari nella chiesa.
Da ricordare, in occasione della ricorrenza del centesimo anniversario della nascita del pontefice
Giovanni Paolo I, ovvero Albino Luciani, il suo forte legame con i certosini di Vedana tra i quali aveva scelto il suo confessore. Si narra che da vescovo spesso vi si recava per trascorrere alcune ore nella quiete del chiostro, per ritemprarsi l’animo.
Va precisato che dalla sua fondazione e fino al
1977 la Certosa di Vedana ha ospitato una comunità di monaci certosini, allontanatisi per consentire al convento lavori di ristrutturazione. Nell’ottobre del 1977, alcune monache della certosa di San Francesco presso Giaveno in provincia di Torino, nell’attesa che fosse costruita a Dego una nuova certosa si insediarono a Vedana rimanendovi fino al marzo del 1994, dando avvio alla presenza femminile nel complesso monastico. Successivamente il 7 maggio del 1998, dodici monache certosine provenienti da Riva di Pinerolo trovarono in questa affascinante certosa bellunese la loro collocazione definitiva.

Ai nostri giorni I

Il luogo caratterizzato da un paesaggio incantevole, tra vette altissime, asperità rocciose e natura incontaminata, che si confà all’austera vita eremitica si eleva il soave canto liturgico delle dodici monache certosine, che sembra superare le cime dolomitiche alla ricerca dell’infinito.
Purtroppo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, a causa della veneranda età delle ultime consorelle rimaste, è stata decisa la chiusura di questa Certosa.


La Certosa di Vedana tornera' a vivere !

La nostra Certosa di Vedana tornerà a vivere! Una comunità di Don Ciotti vi si stanzierà all’interno. Nello specifico i Certosini dovrebbero cedere la Certosa in convenzione alla Diocesi di Belluno-Feltre conservandone la propietà.

1)      Una parte sarà gestita da Don Ciotti.

2)      Un’altra resterà al servizio di chi vorrà sperimentare giorni o mesi lontano dal mondo

3)      Una terza che riguarda l’aspetto economico, dal momento che la Certosa dispone di ampi terreni dove si faranno produzioni tra le più tipiche delle terre alte bellunesi

Se son rose…

Per vedere le foto clicca qui:

 

 Vita quotidiana dei frati :

 

 

 

Perchè ci si fa monaci:

Pasqua 1965 in Certosa:

CERTOSA VEDANA BELLUNO: Documentario RAI anno 1974 

 

  © Cassol Luciano tutti i diritti sono riservati